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Sulla mia spalla

    Appoggia la tua testa sulla mia spalla
    per qualche minuto
    e non pensare.

    Ho una spalla solida e
    resistente,
    ampia metratura,
    luminosa e silenziosa.
    Astenersi perditempo

    (l’ho detto d’istinto,
    so che non hai tempo da perdere,
    non astenerti).

    La mia spalla è servita
    a fine ottocento, come rotaia
    per la Transiberiana;
    all’inizio del novecento
    sulla mia spalla
    tutte le avanguardie hanno fatto
    leva,
    per non parlare della prima guerra,
    sempre sulla mia spalla
    utilizzata come cannone o baionetta.
    Lo stile liberty è nato
    dalla mia spalla,
    che è stata un comodo
    bunker, negli anni grigi.
    Con la mia spalla hanno fatto
    la rivoluzione i figli dei fiori,
    la decadenza
    i nipoti dei fiori.
    La mia vigorosa spallata
    ha fatto crollare il muro di Berlino
    e il capitalismo moderno.

    Ora è qui,
    disposta sotto la tua guancia
    e vuol dirti soltanto:
    “Dimentica”.

    Ivan Talarico

    Pubblicata in Non spiegatemi le poesie che devono restare piegate, Gorilla Sapiens Edizioni 2016