L’altroieri ho avuto la conferma esatta che non esisto.
Lo sospettavo da tempo, ma d’altra parte c’erano degli indizi che sembravano confermare la mia esistenza. Alcuni vestiti, degli oggetti, un nome, molta pelle, una struttura ossea, dei muscoli, parole e sentimenti. Invece no, tutto falso.
Ero al supermercato (o meglio non ero, visto che non esisto, ma per semplicità parlerò di me come se esistessi) e ho preso un succo di frutta alla pera. Poi ho pensato che non mi piace la pera, quindi ho preso un succo alla pesca. Subito ho sentito un senso di colpa fortissimo per aver giudicato la pera, per aver pensato che non mi piace. Mi sono chiesto: ma io piacerò alla pera?
Ho cercato un albero di pere, ne ho colta una e le ho chiesto un parere su di me. Lei non ha risposto, muta. È evidentemente stupido pensare che una pera possa rispondere a nome di tutte le pere. E anche se fosse, è sgarbato chiedere un parere così personale faccia a faccia. L’ho messa in difficoltà.
Così ho interpellato un numero statisticamente più rilevante di pere (37458). Nessuna mi ha risposto, sono rimaste impassibili come se non esistessi.
I casi sono due: o il disprezzo delle pere nei miei confronti è così grande da portarle a ignorarmi, oppure non esisto e agisco in un limbo di immaginazione, un lembo di fantasia.
Non penso di meritare il disprezzo delle pere, nonostante non le abbia preferite in passato. Evidentemente non esisto e per molti anni mi sono semplicemente sopravvalutato.
Ivan Talarico
Apparso su Gorilla Sapiens Finzioni il 3 settembre 2021