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Cena fuori

    Usciamo, c’è
    molto da mangiare
    fuori da casa nostra.

    C’è molto di tutto
    ovunque,
    tranne che dentro
    di noi;
    da anni il sole
    ci rende aridi
    e le nostre zone
    desertiche sono
    aumentate.

    Solo sul viso
    persiste un’umidità
    tipica del nord
    e del clima continentale.

    Sediamoci,
    scegliamo,
    “ordiniamo?” ti chiedo,
    come se avessi truppe armate
    pronte a invadere
    la nostra solitudine.

    Prendi del riso,
    ne hai bisogno,
    io dell’apatia al sangue,
    ne ho voglia.

    I rimpianti al ragù
    sono squisiti qui,
    così come le amarezze alla piastra,
    la loro specialità.

    Ma non dobbiamo appesantirci
    con tutte queste pietà
    e dobbiamo stare attenti al conto:
    tutto è molto caro.

    Prendiamo in due
    un filetto di malavoglia
    che si scioglie in bocca.
    Le scelte immature
    con burro e salvia
    non le avevo mai assaggiate!

    Approfitto per dirti
    che domani partirò per un luogo vicino
    ma non vorrò vederti mai più.
    Tu, che già lo sai,
    per domani hai prenotato una crociera,
    un divertimento fluviale
    tra le tue vene
    e le tue arterie.

    Torto al limone,
    fretta di stagione,
    tutto è parodia
    del nostro sentimento.

    Ivan Talarico

    Pubblicata in Non spiegatemi le poesie che devono restare piegate, Gorilla Sapiens Edizioni 2016